Per questo mese di dicembre, col Natale ormai alle porte, voglio raccontarvi la storia di un religioso calabrese che è stato canonizzato pochi giorni fa dal nostro amato Papa Francesco.
"Spera in Dio e stai allegro"
Il 6 gennaio del 1650 nel
paese di Longobardi (Cosenza) nasceva Giovanni Battista Saggio. Era il figlio
primogenito di Fulvio e Aurelia, contadino lui e filatrice lei. La famiglia fu
allietata anche dall'arrivo di altri quattro figli.
Nonostante la sua famiglia
fosse povera e semplice, Giovanni Battista riuscì a frequentare la scuola
imparando a leggere e scrivere. Fino ai vent'anni fece il contadino per aiutare
la famiglia bisognosa ma, durante la sua giornata di lavoro, non dimenticava mai
di pregare il Signore. Frequentava sovente la chiesa, partecipava alla messa e
si confessava di frequente. La gente diceva di lui che era di animo nobile e di
carattere allegro e simpatico.
L'assidua frequentazione del
convento dei frati Minimi del suo paese, fece accrescere in lui il desiderio di
dedicarsi completamente alla vita religiosa. Quando rivelò il suo proposito ai
genitori, questi non accolsero bene la notizia e non gli permisero di
pronunciare i voti, fu allora che accadde il primo fatto
inspiegabile.
Giovanni Battista obbedì
alla volontà dei genitori ma perse improvvisamente la vista, il padre e la madre
allora, capendo che quello doveva essere un segno divino, gli diedero il
permesso di entrare in convento e il giovane riacquistò la vista.
Cominciò, quindi, il suo
noviziato e, dopo due anni, entrò finalmente nell'ordine dei Minimi, fondato da
San Francesco da Paola, scegliendo il nome di Nicola. Da quel momento in poi
per tutti sarà "fra Nicola".
Dapprima fu mandato nel
convento di Longobardi, poi venne trasferito in quelli di San Marco Argentano,
di Montalto Uffugo, di Cosenza e di
Spezzano della Sila, dove svolse sempre le mansioni più umili senza mai
lamentarsi.
Nel 1677 fu chiamato al
convento di Paola dove divenne segretario del provinciale, poi nel 1679 lasciò
la Calabria
per essere trasferito a Roma nel convento di San Francesco ai
Monti.
A Roma si dedicò
principalmente alla catechesi dei giovani. La sua spiritualità gli concesse la
stima delle famiglie romane che se lo contendevano nell'istruzione religiosa dei
figli.
Quando i turchi arrivarono
alle porte di Vienna, Nicola affrontò un pellegrinaggio a piedi fino a Loreto,
per chiedere alla Madonna la liberazione della città.
La sua vita fu colmata da
esperienze mistiche, estasi e contemplazioni del mistero della
Trinità.
Visse anche il fenomeno
mistico della "Transverberazione" cioè l'essere trafitto, nel suo caso, dal
dardo di un angelo, ed ebbe la visione di Gesù che gli porgeva l'anello sponsale
dei mistici.
In seguito, ritornò in
Calabria per altri due anni, risiedendo a Paola prima e a Longobardi dopo. Fu
nel suo paese che si occupò del restauro della Chiesa e del convento dei Minimi.
La famiglia romana dei Colonna, che lo stimava e apprezzava, non solo gli fece
tenere a battesimo il piccolo Lorenzino, figlio di don Filippo e della
principessa Panfili, ma per volontà testamentaria della principessa Luisa de
la Cerda, gli
donò il corpo della martire cristiana Innocenza, da tumulare nella nuova chiesa
restaurata.
Ritornato definitivamente a
Roma, fra Nicola si occupò principalmente dell'assistenza ai poveri e
bisognosi.
Nel 1709 essendoci il
pericolo di un nuovo saccheggio di Roma, si adoperò con la preghiera di
adorazione al Signore per allontanare questo pericolo.
Si ammalò per via di un'
infiammazione polmonare che lo costrinse a letto per molto tempo. Al suo
capezzale accorse molta gente, sia nobili, sia popolani e prelati.
Il 2 febbraio del 1709,
aggravatosi, ricevette l'Unzione degli infermi. Il giorno seguente, 3 febbraio,
ricevette la richiesta di preghiere e di intercessione da Papa Clemente XI, poi,
stringendo tra le mani il Crocifisso ed esclamando :“Paradiso, Paradiso”,
spirò. Aveva 59 anni.
Dopo la morte, la sua fama
di santità si diffuse per l'Italia raggiungendo anche i confini europei, tanto
che alcuni sovrani come Carlo VI e Filippo V di Spagna furono tra coloro che
chiedevano la sua canonizzazione.
Il 17 marzo del 1771 fu
dichiarato venerabile e i due miracoli per la beatificazione furono riconosciuti
il 2 aprile 1786.
Il 12 febbraio 1729,
infatti, un bambino di dieci anni, Francesco Parinoli, si ferì gravemente
giocando con i fratelli. Il medico, accorso a visitarlo, realizzò che la
situazione era molto grave e che non poteva porvi rimedio, poiché il ragazzino
aveva avuto una fuoriuscita inguinale con ingrossamento e infiammazione
dell'intestino. La zia del bambino, Teresa Lucia Vasari, pregò invocando l'aiuto
del servo di Dio fra Nicola da Longobardi e fu allora che si sentì il piccolo
infermo gridare: " Sono guarito, non ho più niente!". L'intestino, infatti, si
era miracolosamente rimesso al suo posto.
Il secondo miracolo
attribuito per intercessione di fra Nicola, avvenne a Spezzano, dove un uomo di
nome Pietro Di Mango era infermo con febbre ed emorragie da molto tempo. Un
frate dell'ordine dei minimi che lo visitò, domandò a suor Maria Di Mango,
sorella dell'infermo, se aveva qualche reliquia del frate in odore di santità,
la suora rispose di avere una ciocca di capelli di fra Nicola, il frate mise i
capelli in un bicchiere d'acqua e li fece bere all'infermo che, dopo pochi
minuti, smise di sanguinare e il giorno dopo venne trovato completamente
guarito.
A seguito di questi due
miracoli, Nicola venne beatificato il 17 settembre 1786 da Papa Pio VI. Divenne
quindi patrono del suo paese natale, Longobardi.
Il miracolo per
la
Canonizzazione avvenne, invece, nell'estate del 1938 quando
Giuseppe Laudadio di Longobardi, all'epoca sedicenne, lavorava come muratore e,
d'improvviso, cadde da un' impalcatura, precipitando da un'altezza di circa
12
metri e finendo rovinosamente su pietre e cemento. Nel
momento della caduta, il giovane rivolse il pensiero a fra Nicola ed ebbe come
una visione di lui. Una volta raggiunto il suolo si rialzò da terra
completamente illeso. I compagni di lavoro, sentendo il tonfo, accorsero e
costatarono che il giovane si era procurato solo un graffio al ginocchio destro.
Nel 2008 si è aperta
l'inchiesta diocesana e il 13 dicembre del 2012 la consulta medica della
Congregazione delle Cause dei Santi ha dichiarato il caso scientificamente
inspiegabile.
Fra Nicola da Longobardi è
stato proclamato santo il 23 novembre 2014 in piazza San Pietro da Papa
Francesco.
Il suo paese, Longobardi,
gli ha intitolato una chiesa e lo festeggia il 10 di agosto.
Se volete approfondire
ulteriormente la storia di questo santo, vi consiglio di visitare il sito a lui
dedicato www.sannicolasaggio.it
Vi do appuntamento al prossimo mese con una nuova storia tutta calabrese!