"La vita o si vive o si scrive" (L. Pirandello)

lunedì 9 febbraio 2015

La Farsa di Carnevale

E' risaputo da tutti che il Carnevale è la festa più divertente dell'anno. Anche in Calabria questa festa è molto sentita, un tempo molto più di oggi.
Ci sono diversi comuni che organizzano bellissime feste, tra tutti, sicuramente quello più famoso e conosciuto a livello internazionale è il Carnevale di Castrovillari, in provincia di Cosenza.
La fondazione ufficiale di questa festa è datata 1959, anche se le sue origini risalgono al '600.
I festeggiamenti iniziano mescolando le tradizioni antiche a quelle più moderne.
Traendo origine dalle antiche farse calabresi, infatti, si avrà lo "scontro" tra Carnevale e Quaresima, alla fine della disputa Carnevale verrà incoronato re e otterrà le chiavi della città.
Segue poi la parte "moderna" della festa, con il "festival Internazionale del Folklore" a cui partecipano gruppi folkloristici provenienti da paesi d'Europa e dal resto del mondo.
Nel corso del festival, il gruppo che ha rappresentato meglio le tradizioni del proprio Paese sarà il vincitore del "Premio Cultura".
Non può mancare la sfilata dei carri allegorici e dei gruppi coreografici in maschera. Il carro e il gruppo che ha realizzato la coreografia più bella vengono premiati.
 
Un altro Carnevale calabrese che voglio segnalare è quello di Catanzaro lido (CZ), qui i festeggiamenti sono davvero particolari perché si svolgono sul lungomare, sono presenti i carri allegorici e gruppi di persone mascherate. E' tradizione, a Catanzaro, vedere sfilare uomini mascherati da donne e, viceversa, donne travestite da uomo. E la cosa è veramente divertente perché entrambi scimmiottano i difetti del sesso opposto. La festa prosegue in piazza, dove viene allestito il palco sul quale gruppi di artisti si esibiscono. Ovviamente anche qui le maschere più belle vengono premiate.
 
Adesso però vi voglio parlare del Carnevale antico, quello del bel tempo passato, quello delle farse carnevalesche.
Le "farse" sono delle recite in vernacolo a cui v'invito a partecipare. Per chi non è calabrese sarà un po' difficile capire le parole dialettali della tragi-commedia paesana per eccellenza ma non bisogna spaventarsi e rinunciare a priori, perché anche per noi calabresi, a volte, è un po' difficile riuscire a capirsi.  Non esiste, infatti, il dialetto calabrese perché la mia terra è ricca di svariati dialetti , per cui basta spostarsi di soli pochi chilometri dalla propria zona di residenza, per sentir parlare un'altra lingua con un accento diverso. 
 
Come il dialetto, anche la farsa subisce delle varianti da paese a paese ma, fondamentalmente, la base della storia è simile per tutte le versioni.
Carnalivaru (Carnevale) è il protagonista indiscusso della vicenda. E' un sempliciotto a cui piace solo bere e mangiare, soprattutto, sazizze e suppressate (salsicce e soppressate). Viene rappresentato con un'enorme pancia e naso e gote rosse per via dell'ebbrezza. La sua antagonista è Quaraisima (Quaresima) che è una donna vecchia, brutta e magra. In alcune versioni Quaresima è la moglie di Carnevale, in altre è una compaesana. La donna per tutto il tempo non fa altro che rimproverare Carnevale, invitandolo a darsi un contegno perché, continuando a darsi alla pazza gioia, potrebbe fare una brutta fine. Ma Carnevale non le da ascolto e continua a mangiare fino a quando non inizia a sentirsi male. Intervengono nella farsa altri personaggi, come il medico che soccorre Carnevale e il notaio che stila il testamento del moribondo. Il tutto condito da una miriade di battute dialettali che si riferiscono a modi di dire o a personaggi del paese stesso.
Alla fine Carnevale muore e, solitamente, a questo punto viene bruciato un fantoccio che lo rappresenta, a simboleggiare la fine della baldoria e l'inizio del periodo quaresimale che precede la Pasqua.
 
Nei paesi calabresi, inoltre, un tempo era usanza, per i soli uomini, mascherarsi e andare in giro per il paese, cantando canzoni in vernacolo e bussando ad ogni porta, invitando i padroni di casa a consegnare succulenti prelibatezze, specialmente salumi e, all'occorrenza, un buon bicchiere di vino rosso.
Oggi in alcuni paesi questa tradizione continua, solo che adesso sono solo i bambini a travestirsi con i loro costumi moderni e a chiedere caramelle o cioccolatini ai compaesani.
 
 
 
 
La "farsa" carnevalesca a Sersale (CZ)
V'invito, inoltre, a visitare questo blog:
da cui ho prelevato la foto che vedete qui sopra. Gli autori del blog sono i bambini della scuola elementare "CARMELA BORELLI" di Sersale che vi parleranno della loro bella festa di Carnevale!

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